qualche giorno fa mi è capitato di leggere
questo articolo sul corriere della sera a proposito dei "furbetti" della narrativa. non sono nuovo a interessarmi a certi dibattiti che trovo spesso in ambito letterario o nel campo dell'arte contemporanea (a questo proposito metto anche un link a un altro articolo, che sempre di mode tratta, abbastanza interessante:
eccolo), ma ogni volta, se paragono quel tipo di riflessione critica (che mi trovi d'accordo o meno è irrilevante) all'ambiente fumettistico... beh... insomma... (che dire?)... ho la prova certificata che viviamo in una dimensione parallela ma opposta. un dibattito del genere, mi riferisco a quello sui trucchetti e sulle "mode" che molti autori (anche insospettabili) utilizzano e cavalcano per catturare l'interesse dei lettori, nel nostro ambiente sarebbe addirittura imbarazzante... visto che la quasi totalità del fumetto prodotto (non solo nella nostra penisola) fa del trucchetto facile e del seguire le mode del momento i suoi cavalli di battaglia. anzi, a dirla tutta, un fumetto non modaiolo e non furbetto viene spesso bollato frettolosamente per "difficile" e quindi "presuntuoso". d'autore. come per dire: roba seriosa, barbosa, intellettualoide. apriticielo.
e la cosa incredibile (incredibile per chi legge solo la gazzetta dello sport, credo) è che guglielmi, fofi, ferroni e onofri non stanno parlando di volo e faletti. quelli, giustamente, neanche li prendono in considerazione.
"inachis io", farfalla della famiglia nymphalidae.
"s. giorgio e il drago", paolo uccello, 1460-1465 - londra,
national gallery.
"mitsubishi a16m3 reisen" (zero), caccia giapponese impiegato nella seconda guerra mondiale.
ps: per quelli che si stanno chiedendo cosa sia questa sequenza d'immagini... bravi. molto bene. continuate a farlo.