giovedì 25 agosto 2011
IMMAGINARIO E DESERTIFICAZIONE
questo è il famoso teschio di damien hirst "for the love of god" che ho visto qualche mese fa a palazzo vecchio. se ne può dire quello che si vuole ma è entrato di filata nell'immaginario collettivo. appena creato era già un'icona contemporanea.
questa è una pubblicità che ieri ho trovato tra le pagine di un mensile. la pubblicità di una pasta dentifricia.
e questa è la foto che ho scattato alla vetrina di un negozio di chincaglierie del centro.
per me questa sequenza qua sopra vuole dire qualcosa. vuole dire molto. forse vuole dire l'unica cosa importante che un autore deve avere ben chiara in testa ogni qual volta cerca di esprimersi: che ci vuole un attimo a banalizzare un immaginario. che gli immaginari creati, preesistenti, sono preziosi. patrimonio dell'umanità intera. sminuirli, depredarli, desertificarli è come aver sparato all'ultimo dodo.
domenica 21 agosto 2011
KARMA POLICE
dei tre giorni in ospedale ricordo marco, che era lì per il mio stesso motivo. ricordo che ha lavorato dieci anni in una fabbrica di amianto, che si è beccato l'enfisema polmonare e che ha due bambine piccole che nominava sempre. ricordo che con marco andavo a fumare di nascosto in terrazzo, che aveva i valori sballati e non lo volevano mandare a casa. ricordo l'interminabile soffitto del corridoio attraversato standomene sdraiato sul letto, nudo, guidato da un'infermiera grassissima. tubi, cavi, neon. tubi, cavi, neon. tubi, cavi, neon. in una sequenza che avevo visto in mille film. anche se in quei film mi importava poco della destinazione di quel letto. ricordo l'anestesista che mi dice "questo cocktail che ti preparo adesso ti piacerà". la maschera dell'ossigeno. "ti piace?". rispondo qualcosa. vedo delle teste in controluce. scherzano. sto bene. benissimo. batto le ciglia e vedo qualcuno agitare una provetta con qualcosa dentro. una specie di sasso. "francesco, ha visto com'era grosso?". penso: "è già tutto finito? sono stati veloci". un'ora racchiusa in un battito di ciglia. fantastico. poi due giorni di dolori lancinanti, antidolorifici e dolori ancora più tremendi. come avere un rastrello nello stomaco. un rastrello, del filo spinato, chiodi, spilli e un gremlin che ci balla sopra. ogni colpo di tosse una tortura. ogni risata un pentimento. chiedo continuamente flebo per stare meglio. l'infermiere della mattina è uno in gamba. mi asseconda sempre. l'infermiera della sera non credo si sia mai sottoposta a un'intervento e dosa gli antidolorifici come fossero decisioni della bce sulla crisi economica. sorride. non c'è un cazzo da sorridere. opta sempre per due ridicole compresse di tachipirina da 500mg. non mi fanno un cazzo di niente. aspetto che sia mattina per ritrovare il mio pusher preferito. è uno che risolverebbe la crisi economica con l'impiccagione di tutti i banchieri occidentali. attacca quelle meravigliose flebo e mi strizza l'occhio.
oggi torno a casa. sbatto il piede contro la porta e vedo le stelle. l'alluce si gonfia. non si muove. torno in ospedale. radiografie. "vede? non c'è niente di rotto. è gonfio per la botta. ci metta del ghiaccio". me ne torno a casa ancora più dolorante di prima. ma che ho fatto di così tremendo nella vita passata? akab mi risponde: "l'autore di fumetti. poco ma sicuro. di peggio c'è solo il poliziotto".
vorrei poter uscire a fare delle foto.
questa l'ho scattata la settimana scorsa. mi piace.
questa sempre una settimana fa. ma mi ricorda una serata in cui credo di aver fatto un'enorme cazzata. per certi versi irrimediabile. vorrei potesse svanire con un battito di ciglia. mmm... macché. non funziona.
mercoledì 17 agosto 2011
ABC E SALAMINI
sono 6 anni che esco con un libro in ottobre. 6 anni in cui non ci sono state vacanze estive e un sacco di vermi che fuoriuscivano dalle tubature del lavandino.
- dai... sono solo fumetti.
sì, ma è quello che so fare e che ho scelto di fare. voglio che sia sempre una spremitura degna. qualcosa di importante per me. e magari se è importante per me lo sarà anche per qualcun altro, penso. rido.
da anni sogno due cose. la prima è un mese di stacco per poi tornare a mente fredda sul libro finito. rileggerlo, verificare dove ho pisciato fuori dal vaso. rimediare. avere il tempo di tornare sui miei passi alla faccia delle scadenze e delle consegne. questo primo desiderio lo sto realizzando decidendo di sbattermene di lucca comics e di uscire dopo. di prendermi questo mese di pausa. che per un lavoro che porto avanti da quasi otto anni... mi sembra più che dovuto.
il secondo desiderio è quello di mangiarmi un salamino. intero. milanese, toscano, piacentino... o un salamino d'oca di mortara. un salame. fra due giorni in sala operatoria qualcuno farà sì che io possa realizzare questo desiderio, un intervento in laparoscopia e vaffanculo. mi piace questa cosa. farsi mettere le mani dentro al corpo da degli estranei. essere appeso per un filo... consegnarsi totalmente a qualcuno. fidarsi in modo incondizionato. ne ha bisogno il mio fegato e la mia bassa stima per il genere umano. sorrido.
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